Negli ultimi mesi molte famiglie hanno ricevuto una lettera con la quale l’INPS informa coloro che ricevono l’indennità di accompagnamento che procederà a trattenere dalle future mensilità parte dell’indennità perché l’invalido civile è stato ricoverato in istituti con retta a totale carico di enti pubblici.
La legge che istituisce l’indennità di accompagnamento prevede la sospensione dell’erogazione in caso di ricoveri presso istituti di durata superiore a 30 giorni. Nel corso degli anni l’INPS ha interpretato questa regola includendo anche i ricoveri in ospedale.
La ragione di tale taglio deriva dal fatto che l’indennità di accompagnamento è stata creata per favorire la permanenza a casa dei disabili e che quindi non ha alcuna ragione di essere in caso di ricovero in istituti specializzati.
Tra queste famiglie che hanno ricevuto la lettera ve ne sono tantissime con figli minori con disabilità grave e gravissima che hanno dovuto fare lunghi ricoveri in ospedale per accertamenti o per cure urgenti (polmoniti, interventi chirurgici, ecc…).
Noi sappiamo che nel caso di bambini ricoverati la presenza dei genitori o altro personale di fiducia è quasi sempre imposta dall’ospedale (a volte formalmente con regolamenti dei singoli reparti, a volte in maniera meno esplicita). Inoltre nel caso di minori la costante presenza dei genitori nel corso dei ricoveri ospedalieri risulta necessaria per il semplice fatto che gli stessi devono prestare il consenso ai numerosi atti sanitari, difficilmente prevedibili, che possono essere praticati in occasione di tali ricoveri. Aggiungiamo che il ricovero ospedaliero è spesso effettuato nei pochi centri ospedalieri di altissima specializzazione situati lontani dalla propria casa e comporta spese ulteriori rispetto a quelle già pesanti che devono essere sostenute ogni giorno.
Stiamo intraprendendo alcune iniziative per capire il costo di queste decurtazioni e per portare all’attenzione dei responsabili politici la questione per cercare di evitare che le famiglie ricevano questa lettera e vi terremo aggiornati.
Nel frattempo però vi diciamo che i giudici hanno stabilito da anni che l’indennità di accompagnamento non può essere tagliata se durante i ricoveri è comunque necessaria la presenza di una persona per assistere il ricoverato.
Taglio dell’indennità di accompagnamento per ricovero dei bambini disabili in ospedale: come fare ricorso all’INPS
Quindi se ricevete una lettera di questo tipo potete fare ricorso. La prima possibilità di ricorso è gratuita e consiste nel chiedere ad uno specifico organo dell’INPS (il Comitato provinciale) di rivedere la decisione entro 90 giorni dal ricevimento della lettera.
Questo ricorso si può fare inviandolo direttamente all’INPS attraverso il portale Internet dell’Istituto. Per poter accedere all’area riservata dovete possedere un codice PIN rilasciato dall’INPS oppure di una identità SPID o di una Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Se non possedete uno di questi tre strumenti vi consiglio di chiedere un’identità SPID, che può essere utilizzata anche per accedere a numerosi altri servizi online della pubblica amministrazione (Agenzia delle Entrate, Regioni, Fascicolo Sanitario Elettronico in molte regioni, Università, alcuni comuni, ecc…)
In alternativa il ricorso può essere trasmesso all’INPS telematicamente da un patronato o da un altro intermediario abilitato (avvocati, consulenti del lavoro, ecc.).
La trasmissione diretta o tramite un patronato è completamente gratuita. Per la trasmissione diretta potete scaricare le istruzioni dell’INPS cliccando qui.
Per facilitarvi abbiamo predisposto una bozza di ricorso che potete scaricare, prima di presentarlo è però indispensabile farsi fare dai reparti ospedalieri nei quali si è stati ricoverati delle dichiarazioni con le quali si attesta la necessità della presenza di un accompagnatore in ospedale, dichiarazioni che dovrete allegare al ricorso
Nel caso di risposta negativa o di mancata risposta entro 90 giorni l’unica strada da percorrere è quella di rivolgersi al Tribunale del proprio domicilio ed in questi casi è, di fatto, indispensabile l’assistenza di un avvocato.
Tale ricorso non può essere utilizzato per i residenti in Valle d’Aosta ed in Trentino – Aldo Adige/Sudtirol dove la gestione e il pagamento delle provvidenze relative all’invalidità civile è a carico della Regione e delle Provincie autonome di Trento e Bolzano.
Se avete bisogno di informazioni specifiche sul vostro caso potete scriverci utilizzando la sezione contatti del sito.
Per scaricare la bozza del ricorso in formato WORD, quindi modificabile, cliccate sull’immagine sotto.
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Utilissimo
Ciao, la Sicilia regione a statuto speciale ha gli stessi obblighi?? Ciao
L’indennità di accompagnamento è erogata dall’INPS in tutta Italia, tranne che in Valle d’Aosta ed in Trentino – Alto Adige dove è pagata rispettivamente dalla Regione e da enti dipendenti dipendenti dalle Provincie autonome di Trento e Bolzano. Quindi in Sicilia tutto è gestito da INPS e il modello di ricorso può essere utilizzato tranquillamente.