Il 28 aprile scorso La casa di sabbia ha inviato all’Assessorato Istruzione della Regione autonoma Valle d’Aosta una lettera chiedendo le delucidazioni in merito ad alcune questioni riguardanti la didattica dei bambini, degli alunni e degli studenti con disabilità e tra queste anche la possibilità di attivare in accordo con la famiglia i progetti di istruzione domiciliare. Su quest’ultimo tema la Regione ci aveva risposto che occorre aspettare le linee guida nazionali e regionali per capire se e come sarà possibile attivare l’istruzione a domicilio al fine di garantire la tutela della salute dei lavoratori (insegnanti, operatori di sostegno) e degli studenti.
Come sappiamo pochi giorni fa il Parlamento ha convertito il cosiddetto “Decreto scuola”, che contiene un emendamento che mira a rendere più facile l’istruzione domiciliare fino al termine dell’anno scolastico 2020/21.
Questo è il testo approvato: ”Fino al termine dell’anno scolastico 2020/2021, nell’ambito delle azioni individuate dalle istituzioni scolastiche, in collaborazione con l’ufficio scolastico regionale, gli enti locali e le aziende sanitarie locali, per garantire il diritto all’istruzione alle bambine e ai bambini, alle alunne e agli alunni, alle studentesse e agli studenti per i quali sia accertata l’impossibilità della frequenza scolastica di cui all’articolo 16 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, l’attività di istruzione domiciliare in presenza può essere programmata in riferimento a quanto previsto dal piano educativo individualizzato, presso il domicilio dell’alunno, qualora le famiglie ne facciano richiesta e ricorrano condizioni di contesto idonee a contemperare il diritto all’istruzione dell’alunno in istruzione domiciliare con l’impiego del personale già in servizio presso l’istituzione scolastica, anche nel rispetto delle misure idonee a garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, nelle more dell’emanazione del decreto ministeriale di cui all’articolo 16, comma 2-bis, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, assicurando tutte le prescrizioni previste dalle disposizioni in materia di contrasto alla diffusione dell’epidemia da COVID-19”.
La norma è stata presentata da molti come l’invio a domicilio degli insegnanti di sostegno, in realtà il testo non parla di insegnanti di sostegno, ma genericamente di “personale in servizio presso l’istituzione scolastica”, ivi compresi quindi gli insegnanti curriculari e verosimilmente il personale educativo fornito, in linea di massima, dagli enti locali.
Rimangono diverse perplessità, prima fra tutte il fatto che l’applicazione della norma non deve prevedere nuovi oneri a carico delle finanze pubbliche (quindi spese di viaggio a carico di chi?), ma si tratta comunque di un passo avanti e speriamo in una pronta attuazione da parte dell’amministrazione scolastica, anche se sappiamo che ci saranno ulteriori passaggi da fare (concertazione con i sindacati, accordo tra amministrazioni diverse, protocolli di sicurezza, ecc…).
In questo post potete leggere la nostra lettera inviata alla Regione Valle d’Aosta e la loro risposta: