Quando parliamo di inclusione, la prima parola che ci viene in mente è dialogo. Essere inclusivi significa affrontare un processo complesso che richiede un confronto costante, guidato dall’ascolto e dal desiderio di garantire il benessere di chi ne è coinvolto
Oggi vogliamo condividere con voi la storia di Gabriele, un ragazzo di 13 anni con disabilità che frequenta la scuola Salesiana Don Bosco di Châtillon in Valle d’Aosta. Proprio a causa della mancanza di dialogo col Direttore Don Vincenzo Caccia, e quindi di concreti e prioritari interventi, la sua famiglia, tradita nella propria fiducia ed esasperata, si è rivolta a La casa di sabbia per difendere e far valere i diritti di Gabriele. Ogni bambino e ragazzo ha diritto ad un ambiente scolastico sereno ed inclusivo dei propri “bisogni speciali” e questo vale anche – e soprattutto – per chi ha una disabilità.
Inclusione presso la scuola salesiana Don Bosco di Châtillon
Gabriele ha concluso il primo anno di scuola media presso Don Bosco di Châtillon sereno e con risultati soddisfacenti, anche grazie alla presenza costante di due educatori che lo hanno seguito con dedizione in tutte le materie. A giugno, durante la riunione del Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLO composto dalla scuola, dalla famiglia e dai terapisti che seguono l’alunno con disabilità), vista l’efficacia del modello con i due educatori, era stato concordato di mantenerlo invariato anche per l’anno scolastico successivo: due educatori e in più tre ore settimanali di insegnante di sostegno oltre ovviamente a tutto il corpo docente.
A settembre, però, la situazione è cambiata radicalmente e quando la campanella ha suonato e tutti si sono seduti tra i banchi, Gabriele si è trovato a dover gestire l’alternanza di ben cinque diversi educatori, che si avvicendavano non solo tra le diverse materie, ma persino durante la stessa giornata. Un cambiamento che ha generato in lui un profondo disorientamento. Per di più, le ore di sostegno previste non sono state assegnate.
Di fronte a questo stravolgimento, la famiglia ha cercato più volte il dialogo, inviando due lettere alla scuola, rimaste entrambe senza risposta. A questo punto si sono rivolti a noi per cercare un supporto, per capire se e cosa si potesse fare. La casa di sabbia è intervenuta attraverso il proprio legale, che ha richiesto un accesso agli atti sia per visionare il PEI (Progetto Educativo Individualizzato che, nonostante richiesto dalla famiglia, fino ad allora non era ancora stato messo a disposizione) per comprendere le motivazioni di un cambiamento così drastico nell’inclusione di Gabriele. Poco dopo la nostra associazione ha proposto anche un incontro al Direttore della scuola Don Vincenzo Caccia, sottolineando come l’educazione salesiana metta sempre al centro il bene degli studenti ed auspicando un confronto e dialogo costruttivo.
La scuola
Inizialmente il Direttore della scuola ha risposto con una telefonata dichiarandosi disponibile all’incontro, ma non appena individuato un proprio legale l’atteggiamento è cambiato e la scelta fatta dallo stesso Direttore è stata quella “del silenzio”. Nonostante l’abbiamo cercato più volte al telefono non siamo più riusciti a parlare con lui e avere la data dell’incontro per vedere le diverse difficoltà che Gabriele affronta a scuola e cercare assieme una soluzione. Siamo rimasti delusi, stupiti, forse anche un po’ arrabbiati quando a metà gennaio, l’avvocato individuato dalla scuola ha semplicemente scritto che va tutto bene e la nostra lettera, come le due precedenti dei genitori, è rimasta senza risposta.
Abbiamo cercato il dialogo per tutelare una situazione molto delicata di un alunno con disabilità che anche secondo diverse figure specialistiche che lo seguono patisce numerosi educatori che si danno cambio anche nella stessa giornata e nella stessa materia e la mancanza di continuità didattica come invece avviene a chi disabilità non ha.
Però avendo trovato le porte chiuse ci è rimasta solo la possibilità di aiutare la famiglia a intraprendere la via legale e cercare il dialogo nelle aule del Tribunale. A febbraio l’avvocato ha depositato il ricorso presso il Tribunale di Aosta e l’udienza è stata fissata nel mese di marzo. Il ricorso al giudice è sempre una soluzione molto sofferta, che ha un impatto non indifferente per le famiglie che entrano in un mondo a loro estraneo, non privo di esiti incerti e per molte situazioni cerchiamo di evitarlo, ma non sempre è possibile.
Domande senza risposta
Questa storia lascia molti interrogativi aperti. Perché il Direttore della scuola Don Bosco di Châtillon ha ignorato le decisioni del GLO, prese nel massimo interesse dell’alunno? Perché ha scelto di chiudere ogni forma di dialogo con la famiglia? E, soprattutto, come può un’Istituzione Salesiana che si fonda su principi di educazione, accoglienza e inclusione permettere “simili scelte” da parte di chi la dirige/rappresenta, per di più a discapito di un proprio studente con “bisogni speciali”?
Come associazione siamo stupiti e delusi da un simile comportamento. Ma la nostra delusione non è nulla a confronto del dolore e dello smarrimento di Gabriele e della sua famiglia, che si sono visti traditi e abbandonati da un’istituzione che avrebbe invece dovuto sostenerli e proteggerli.
L’inclusione non può essere/restare soltanto una parola scritta sui documenti, deve bensì essere un impegno concreto. Inoltre, una scuola che riceve fondi pubblici ha il dovere di rispettare le regole stabilite, al fine di garantire il diritto allo studio di tutti gli studenti.
La casa di sabbia continua a battersi affinché ogni bambino e ragazzo possa trovare nella scuola un ambiente accogliente, rispettoso e stimolante per la propria crescita … per la propria futura “Vita Indipendente”. Perché l’inclusione non è un’opzione: è un diritto fondamentale che non può essere negato.
Storia delle scuole salesiane
Le scuole salesiane nascono dall’opera di San Giovanni Bosco, che nel 1859 fondò la Congregazione Salesiana per offrire istruzione e formazione ai giovani più poveri. Il primo istituto sorse a Torino-Valdocco, con un modello educativo basato su ragione, religione e amorevolezza, unendo istruzione e preparazione al lavoro.
Nel tempo, queste scuole hanno avuto un forte impatto sul territorio, offrendo un’alternativa alla strada e contribuendo alla formazione di giovani qualificati. Successivamente molte scuole salesiane sono entrate a far parte del sistema scolastico italiano, diventando scuole paritarie. Questo ha permesso loro di accedere a fondi pubblici, mantenendo però la loro autonomia educativa.
Da un’istituzione con un passato segnato dall’impegno verso le persone più fragili, ci aspettiamo che oggi abbia a cuore tutti gli studenti, specialmente quelli che affrontano quotidianamente le difficoltà della disabilità.