Recentemente, è stata annunciata con grande enfasi l’approvazione da parte del Consiglio regionale del Lazio del disegno di legge “Disposizioni per il riconoscimento e sostegno del caregiver familiare”. Questa notizia è stata accolta con favore dalla politica locale, che ha visto nella legge un significativo progresso nel riconoscimento della figura del caregiver, spesso trascurata.
Tuttavia, senza voler sminuire l’importanza di questo riconoscimento, è essenziale evidenziare alcune criticità che non possono essere ignorate. In particolare, la questione della dotazione finanziaria solleva seri dubbi sulla reale efficacia della legge: dividendo i fondi disponibili, che ammontano a soli 5 milioni di euro annui per il triennio, per il numero stimato di caregiver nella regione (circa 25.000), il sostegno economico per individuo risulta insufficiente per coprire adeguatamente le necessità.
È altresì criticabile che fino a 50.000 euro possano essere destinati all’organizzazione di una giornata annuale dedicata ai caregiver. Questo evento, se non gestito correttamente, rischia di diventare un mero appuntamento simbolico con annessa passerella di entusiasti rappresentati istituzionali, piuttosto che un’occasione di reale valorizzazione e sostegno.
Le novità introdotte dalla legge, come il budget personale per il caregiver e i contributi a fondo perduto, pur rappresentando un passo avanti teorico, rischiano di rimanere inattuabili senza un aumento significativo delle risorse finanziarie.
Inoltre, l’esperienza sul campo dimostra che un intervento più incisivo dovrebbe mirare a migliorare l’efficienza delle cure domiciliari offerte dal Servizio Sanitario Regionale. Le continue lamentele che riceviamo riguardo alla mancata attuazione dei piani assistenziali, dovute alla carenza di personale qualificato da parte degli organismi accreditati e alla mancanza di azioni concrete da parte delle ASL, evidenziano una problematica ben radicata e urgente da affrontare.
Legge sul caregiver familiare
La legge, sebbene preveda iniziative per facilitare la conciliazione tra lavoro e cura, lascia tali accordi alla discrezione dei datori di lavoro, senza offrire soluzioni concrete e dirette per i caregiver che faticano a bilanciare questi due aspetti fondamentali della loro vita.
Questo approccio critico non intende sminuire gli sforzi legislativi compiuti, ma sottolineare l’importanza di affrontare le questioni con realismo e concretezza, mettendo in guardia dai facili entusiasmi e richiamando l’attenzione su ciò che ancora deve essere fatto per offrire un supporto effettivo ai caregiver familiari.
Per attuare la legge la Regione Lazio dovrà adottare una serie di misure concrete quali l’organizzazione degli aiuti, le modalità di gestione del budget per il caregiver, le disposizioni per il riconoscimento delle competenze professionali dei caregiver, e l’avvio di collaborazioni con associazioni di datori di lavoro per aiutare a conciliare i tempi di lavoro con quelli dedicati alla cura dei propri cari. Inoltre, sono previste iniziative specifiche per i giovani caregiver, attraverso accordi con l’Ufficio scolastico regionale e le università del Lazio, per supportarli nel loro impegno. Tutte queste azioni saranno dettagliate dalla Giunta regionale e solo dopo un’attenta valutazione sarà possibile valutare appieno l’efficacia della legge.
Riconoscimento che comunque rimane sempre monco perché la Regione non può intervenire in settori di competenza del legislatore statale quali le tutele previdenziali, la regolamentazione del rapporto di lavoro o gli aspetti fiscali.
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